Lautaro Martinez, questa volta è diverso: cosa è cambiato

Lautaro Martinez, ultime partite da protagonista dopo un lungo digiuno. Questa volta sembra tutto diverso per lui.

Lautaro Martinez, un giocatore a dir poco determinante nelle ultime partite. Pensiamo alla prestazione contro il Barcellona al Camp Nou in Champions League, ma anche alla vittoria contro la Salernitana in campionato – il primo ad aprire le marcature è stato proprio lui – e infine il discusso, sofferto e fondamentale successo contro la Fiorentina in cui il Toro ha segnato due gol e fornito pure un assist per Nicolò Barella. Ma, a dire il vero, chi lo ha seguito bene in questi anni sa che il giocatore ex Racing Avallaneda ha sempre avuto sprazzi da vero e proprio fuoriclasse uniti a vuoti realizzativi e soprattutto di prestazioni che hanno fatto preoccupare non poco.

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Lautaro Martinez (LaPresse)

Passi il primo anno in Italia, ma ciò si era già notato nei due anni sotto la guida tecnica di Antonio Conte e anche nell’arco della scorsa stagione con Simone Inzaghi. Quest’anno, però, ci sentiamo di dire – almeno al momento – che le cose siano ben diverse. Proveremo a spiegare perché; e, soprattutto, a capire se Lautaro Martinez può veramente essere uno dei pochi giocatori al mondo di un determinato livello. Oppure, se ci dobbiamo “accontentare” di un calciatore da fuoco, fiamme e fin troppi periodi di siccità.

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Lautaro Martinez da Bahia Blanca è un giocatore dalle doti tecniche e balistiche importanti, ma soprattutto dalla grinta e dalla verve tutta argentina che da sempre lo contraddistingue. Purtroppo, però, è anche caratterizzato da dei vuoti veramente a tratti inspiegabili. Forse, però, non in questo caso. Non quest’anno. Non in questo inizio di stagione. E’ vero che Lautaro ha avuto una serie di partite in cui non ha trovato il gol, come gli anni scorsi, certamente. Ma sono due le grandi differenze rispetto al passato; il primo è caratteriale. L’argentino, in tutto questo tempo, non si è mai innervosito a causa del digiuno realizzativo, nonostante meritasse di andare in gol ben prima di Barcellona-Inter.

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Lautaro Martinez (LaPresse)

La seconda colossale differenza sta nelle partite disputate. Se in precedenza Lautaro spariva – o quasi – completamente dal match, almeno fino ad ora non è mai stato così. Anzi, tutt’altro. Il numero 10 dell’Inter in questa seconda parte di 2022 ha verticalizzato, messo cattiveria e intensità su ogni pallone. Addirittura giocato da boa in attacco e preso spesso tanti falli – come quello del rigore contro la Fiorentina, per dirne uno.

L’assenza di Lukaku e Correa, con il solo Edin Dzeko ad appoggiarlo, ha mostrato un altro tipo di giocatore che forse non avevamo ancora visto; quello che, se trova costanza di risultati, gol e assist, non solo può essere devastante. Ma pure considerabile un top player assoluto del ruolo. Dipende tutto da lui, però. Finché i vuoti sono solo di gol non fatti, ma la prestazione c’è, eccome se c’è, all’Inter va benissimo e francamente a Lautaro pure meglio. Perché il Toro è tutto un altro giocatore, e non serve il tabellino dei marcatori per svelarlo.

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