Da festa nerazzurra a brutta storia italiana: esiste soluzione a tutto ciò?

Inter, la vittoria contro la Sampdoria doveva rappresentare una festa. E invece è diventata presto qualcosa di decisamente peggiore.
Altra vittoria per l’Inter di Simone Inzaghi. Contro la Sampdoria, offuscata – purtroppo – da una situazione mortificante, sconcertante e avvilente per tantissimi tifosi. Ma procediamo per gradi, nel tentativo di capire bene cosa è successo. Gli ultrà dell’Inter hanno abbandonato la Curva Nord di San Siro alla fine del primo tempo dell’ultimo match di campionato, non prima di essersi resi protagonisti di un silenzio veramente assordante, per manifestare il proprio cordoglio e rispetto nei confronti di Vittorio Boiocchi.
Curva Nord protagonista di una bruttissima storia: ma è un trend eliminabile? (LaPresse) 31 ottobre 2022 zonainter.it
Curva Nord protagonista di una bruttissima storia: ma è un trend eliminabile? (LaPresse)
Parliamo dello storico capo ultrà nerazzurro ucciso nel corso di una sparatoia avvenuta a Milano circa un’ora prima della partita. Boiocchi, uomo di 69 anni, sarebbe stato vittima di un agguato venendo colpito da un’arma da fuoco al torace in quel di Figini – periferia della città –  non lontano da casa sua. E’ stato trasportato all’ospedale in condizioni gravissime, e purtroppo è deceduto poco dopo.

Inter-Sampdoria, ultrà abbandonano lo stadio: cos’è successo

Fin qui, niente da contestare. E’ morto un uomo, una persona, che merita anche soltanto per questo il rispetto dovuto ad una vita che non c’è effettivamente più. Quel che però da comprensibile si è trasformato in discutibile, è l’atteggiamento assurdo degli ultrà nei confronti di chi meritava di continuare a godersi la partita della propria squadra del cuore. Dopo aver ritirato gli striscioni e smesso di cantare praticamente fin da subito, gli ultrà hanno deciso di svuotare l’intero settore durante l’intervallo della partita. Lo hanno fatto con modi anche rudi nei confronti di genitori e bambini, e più in generale di persone che avevano pagato un biglietto.

Inter-Sampdoria (LaPresse) 31 ottobre 2022 zonainter.it
Inter-Sampdoria (LaPresse)

In alcuni casi, facendo enormi sacrifici per esaudire un piccolo sogno e soddisfazione personale, frantumato malamente da chi, forse, ha dimenticato – o proprio non lo sa –  cosa significhi per tanti cittadini andare a vedere una partita fra costo del viaggio e del biglietto. Niente e nessuno impone agli ultras di casa Inter di non ricordare un uomo, protagonista di 26 anni di carcere dovuti a dieci capi di imputazione fra cui associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, associazione a delinquere, porto e detenzione illegale di armi e chissà quant’altro. Ma ciò non importa un granché. Perché lo ripetiamo, un uomo senza vita merita rispetto e, se gli si è voluto bene, pure cordoglio e affetto. Ma ciò non significa che si debba costringere tutti, anche con la forza, a lasciare uno stadio. Per nessun motivo al mondo.

Ma come fare per evitare storie del genere?

In attesa di capire come verrà risolta questa brutta storia, fra omicidio e tifosi costretti a lasciae lo stadio, si può dire senza ombra di dubbio che gli stadi italiani sono pieni di avvenimenti tristi come questo. Come impedire che si ripetano? Non c’è una legge scritta probabilmente, ma sulla carta due sistemi che potrebbero funzionare meglio sono quello inglese e quello tedesco. Il primo è nato dalle macerie di vere e proprie tragedie  – disastro di Hilssborough su tutti – che con lo sport avevano poco a che vedere. Vennero presi una serie di provvedimenti legislativi che però erano ancora ben lontani a quello che sono oggi gli stadi inglesi. In seguito furono riprogettati e ricostruiti gli stadi. Un successo quasi tutto a spesa dei club britannici, ma che ha portato anche ad una maggiore sicurezza. Uno splendore tutto inglese, che con il tempo ha dato vita ad una selezione per niente scontata di un pubblico migliore e meno violento (stadi migliori, costi più alti).

Oggi il sistema di sorveglianza è talmente efficace che non c’è praticamente spazio per gli scempi di un tempo. Per quanto riguarda il modus operandi tedesco, che in comune a quello inglese ha avuto alla base la ristrutturazione degli impianti realizzata per i mondiali del 2006, è praticamente opposto. In Germania è stato deciso di migliorare la situazione attraverso la politica di prezzi bassi e dei settori dove non è possibile sedersi. Di salvaguardare i cittadini provenienti da qualsivoglia ceto sociale, in particolar modo i più giovani. I tedeschi, pur ispirandosi agli ultrà italiani, hanno però creduto e dato adito ad una responsabilità individuale. Stadi e forze dell’ordine sono attrezzati al punto giusto per poter impedire ogni tipo di rivolta. Andando a prendere però i singoli e non le curve. Viene fatto anche in Italia.

Inter-Sampdoria, tifosi cacciati a metà partita: il gesto triste (LaPresse) 31 ottobre 2022 zonainter.it
Inter-Sampdoria, tifosi cacciati a metà partita: il gesto triste già divenuto virale (LaPresse)

 Esiste una soluzione?

Una soluzione, infine, ci sarebbe anche. Ma non in base ai modelli. Per fare bene le cose, non ci sono mai punti di riferimento, ma devono obbligatoriamente esistere idee e volontà di cambiare le cose. Nemmeno Inghilterra e Germania sono immuni da brutti ricordi, ma hanno saputo come cambiare tutto e ribaltare la loro stessa storia. Prendendo decisioni politiche e legislative, rinnovando gli stadi e approcciando più sicurezza in ogni dove. In Italia, la politica è praticamente ferma in tal senso.

Di leggi rinnovate non se ne vede nemmeno l’ombra; per gli stadi, solo Inter e Milan – fra le squadre più gloriose di sempre – chissà quanto dovranno attendere per uno nuovo. E infine, la sicurezza va clamorosamente a gamberi. Senza dimenticare gli esponenti di estrema destra che nelle varie curve italiane fanno un po’ ciò che vogliono. La violenza, il razzismo, l’estremismo sono presenza fissa nelle curve. Non c’è bisogno di un guru per capire ciò. Eppure, ad andarsene in Inter-Sampdoria, sono stati genitori e bambini in primis. Per giunta costretti con la forza, come gazzelle con i leoni. E ringraziamo che non sia successo niente, perché altrimenti altro che savana…

Impostazioni privacy